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Il salvadanaio dei miracoli e quella fame di Vangelo a Catania

Un salvadanaio per i ricordi belli. Per non dimenticare la carezza di Dio nella fretta dei giorni, per custodire il bene ricevuto quando il buio sembra prevalere. È l’immagine suggestiva emersa Martedì 21 ottobre 2025, in un incontro che ha il sapore caldo e denso del dialogo: quello tra Don Roberto Roveran, Delegato Provinciale dell’Istituto Santa Famiglia Italia (ISF), e le Famiglie del Gruppo ISF di Catania, riunite presso la Comunità locale della Società San Paolo. Non una lezione, ma una confidenza, un modo per riscoprire insieme il senso di un cammino.

Spezzare il pane, non moltiplicarlo

A innescare la riflessione è stata una pagina del libretto dei Corsi di Esercizi Spirituali 2025 (ancora in corso) dell’Istituto Santa Famiglia, che tutti credevano di conoscere a memoria: la moltiplicazione dei pani. «Non è moltiplicazione, è condivisione», ha spiegato Don Roberto, smontando l’idea di una magia per svelare un gesto più profondo. Lì, in quel luogo deserto ma coperto di “erba verde”, si compie un’anticipazione perfetta dell’Eucaristia: prima la Parola, con Gesù che insegna a lungo alla folla, poi il Pane. Gesù non crea dal nulla, ma interpella i suoi: «Quanti pani avete?». Li invita a mettere in gioco il loro poco, a trasformare il verbo del mondo, comprare, nel verbo di Dio, dare. E poi li coinvolge direttamente: «Voi stessi date loro da mangiare», chiamandoli a diventare collaboratori, canali di grazia.

La memoria corta del cuore

Ma la riflessione di Don Roberto è andata oltre, perché, come accade a tutti noi, anche i miracoli più grandi rischiano di essere dimenticati. Ha ricordato come lo stesso Vangelo di Marco, poco dopo, racconti di un secondo miracolo simile e della reazione incredula dei discepoli. Sulla barca, preoccupati di aver dimenticato il pane, si sentono rivolgere da Gesù la domanda più amara: «Ancora non comprendete? Avete il cuore indurito?». È la stessa fragilità che ci appartiene, quella di scordare la provvidenza di ieri di fronte all’ansia di oggi. Ed è proprio qui che l’idea del salvadanaio, emersa dal dialogo, acquista tutto il suo valore: un esercizio per la memoria del cuore.

Una fame di Spirito nell’era digitale

È proprio questa sete di senso, mai del tutto saziata, che Don Roberto ha ritrovato nelle giovani coppie arrivate quest’estate alla “Vacanza dello Spirito” 2025 presso il Santuario di San Giuseppe in Spicello di Terre Roveresche (PU). Pellegrini digitali che, cercando su internet “vacanza” e “spirito”, hanno trovato una risposta che non si aspettavano. Famiglie che non appartenevano a nessun percorso, ma che avevano una fame precisa, un bisogno da condividere. E che, alla fine, hanno quasi rimproverato con la semplicità di chi ha scoperto un tesoro: «Perché tenete per voi una cosa così bella?».

Un mandato per Catania

La provocazione di quelle giovani coppie è la stessa che la sua presenza ha riacceso a Catania. L’incontro è diventato così un mandato per le famiglie presenti: quel salvadanaio di gesti d’amore non basta più tenerlo in casa. È ora di aprirlo, di raccontarlo. Non più solo custodire, ma diventare pane spezzato per una città che, come la folla del Vangelo, ha fame.

 

Équipe Comunicazione
Istituto Santa Famiglia

ISF – Don Roberto Roveran a Catania (Foto 1)
ISF – Don Roberto Roveran a Catania (Foto 2)
ISF – Don Roberto Roveran a Catania (Foto 3)
ISF – Don Roberto Roveran a Catania (Foto 4)
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